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05 Dic

Cap.5-9: Fu come se l’atmosfera, l’aria e il mondo attorno a me, fossero pieni di energie positive.

Al terzo giorno decisi di calarmi ancora più a fondo in quest’esperienza. Dopo la preghiera del tramonto, seduto per l’ultima volta sulla mia roccia, lasciai che la mia si aprisse la strada e viaggiasse direttamente dentro di me.

Ripercorsi gli ultimi due giorni e risentii la loro intensità.

Nel mio profondo sentii che non ero io ad essere stato capace di stare in silenzio e di concentrarmi, ma era stata la valle stessa a spingermi ad ascoltare il silenzio interiore.

Era come se l’atmosfera, l’aria e il mondo attorno a me, fossero pieni di energie positive.

Saranno state le preghiere secolari di centinaia di migliaia di anime a caricarla di questa energia? Oppure il magnetismo del Divino che ha scelto la valle come dimora? Oppure una semplice e causale combinazione ambientale che rende questi posti affascinanti?

Tutto quello che posso dirti è che in quel momento capii come mai tanti santi, profeti e filosofi fossero stati influenzati da quel luogo.

Fu l’ultima volta, l’ultimo silenzio durante quel soggiorno, e per quel che ne so, durante tutti i giorni della mia vita fino ad oggi.

“Domani tornerò a casa.” Mi dissi, senza nessuna emozione apparente.

Non ero né triste né felice.

Aprii la lettera che Padre Marwan mi aveva letto solo quattro giorni prima. Quattro giorni che sembravano quattro anni.

La rilessi con calma e tanta attenzione:

Seguite tranquillamente la vostra strada nel mondo, in mezzo al frastuono e all’ansia frenetica, senza dimenticare la pace racchiusa nel silenzio.

Mantenete buoni rapporti con tutti, fin quando è possibile farlo senza tradire voi stessi. Esprimete in modo chiaro e pacato la vostra verità e prestate ascolto agli altri, per quanto poveri di spirito e ignoranti, perché anche loro hanno una storia alle spalle. Evitate le persone chiassose e aggressive che possono fuorviarvi. Non vi confrontate con gli altri, altrimenti correrete il rischio di montare in superbia o amareggiarvi, perché ci sarà sempre qualcuno migliore o peggiore di voi.

Gioite dei vostri successi, così come dei progetti che coltivate, e interessatevi alla vostra carriera, per quanto modesta sia, perché rappresenta un bene concreto, nelle alterne vicende del tempo. Non perdete di vista la prudenza in tutte le iniziative d’affari, perché il mondo è pieno di insidie. Ma non lasciatevi accecare dalla diffidenza, perdendo di vista la virtù, che pure esiste: al mondo vi sono molti che si sforzano di raggiungere ideali elevati, e l’eroismo si pratica ovunque. Restate fedeli a voi stessi; soprattutto non simulate sentimenti d’affetto e non siate cinici in amore perché, nonostante l’aridità e il disincanto, è eterno come l’erba.

Accettate lo scorrere del tempo, arrendendovi con dignità al declino della gioventù. Alimentate la vostra forza spirituale, affinché vi protegga di fronte alle avversità improvvise, ma senza lasciarvi turbare dalle chimere; molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Pur seguendo una sana regola di vita, siate indulgenti con voi stessi; siete figli dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle. Avete il diritto di essere qui.

E l’universo segue il suo corso naturale, che vi sia chiaro o no. Quindi cercate di essere in pace con Dio, qualunque significato abbia per voi e quali che siano le vostre pene e le vostre aspirazioni nella rumorosa confusione della vita. Restate in pace con la vostra anima. Nonostante gli affanni, le delusioni e i sogni infranti, il mondo è pur sempre meraviglioso.

Siate prudenti, ma cercate di essere felici!

PS: Lettera trovata in una vecchia chiesa a Baltimora nel 1692. Autore ignoto. Si suppone risalga al XIII secolo.

Mi piacque così tanto che l’ho conservata nel mio cassetto dei ricordi.

Nella sera del terzo e ultimo giorno riuscii finalmente a rendermi utile e ad apparecchiare la tavola.

Portai la pentola di riso a tavola e mi sedetti pensando che ogni attimo di questo soggiorno era un’esperienza indimenticabile. Ogni momento era un’emozione profonda scolpita nella mia memoria.

Quella sera però, successe qualcosa di strano. Un episodio così insignificante da sembrare perfino ridicolo. Eppure lo ricordo con la stessa intensità di tutti gli altri eventi salienti di quei giorni. Appoggiai la pentola di riso e aspettai l’eremita senza preoccuparmi di coprirla.

Ti posso giurare che non dimenticherò mai il suo sguardo carico di severo rimprovero. Una reazione esagerata che non corrispondeva alla semplice dimenticanza di coprire una pentola.

Ovviamente non disse una parola e sempre con la sua espressione severa coprì la pentola.

Quel che è ancora più strano è, che dopo questo episodio, tutto continuò come se non fosse successo niente. La preghiera, la cena e la serata si svolsero con la stessa serenità e la calma delle serate precedenti.

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