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Archive for the 'Capitolo 2' Category

03 Nov

Cap. 2-5: Tenero e caldo in un camino, spaventoso e micidiale in un incendio!

“Hai notato qualcuno dietro le tende della casa accanto? Hai avuto anche tu l’impressione che ci sia una persona che ci spia?” chiede Nidàl a bassa voce.
“No, non ho visto niente”.
“Ti assicuro che c’era qualcuno che ci spiava. Là, da dietro le tende… c’era un’ombra! Ho i brividi! Ti prego andiamo, presto.”, replica Nidàl, sempre [...]

03 Nov

Cap. 2-4: In guerra, la vita e la morte dipendono da una beffarda fatalità!

Trenta chilometri separano la casa di Nabil da quella del fratello. A dire il vero, non ci sono case che appartengono a uno o all’altro dei componenti della famiglia: i nonni si occupano delle proprietà durante tutto l’anno nonostante il conflitto e le difficoltà economiche; e quando suona l’ora dell’incontro, l’ora dei “21 giorni”, [...]

03 Nov

Cap. 2-3: è vero che siamo regrediti di cento anni!

Una volta a casa, sua moglie gli racconta con calma l’accaduto. Oltre al panico, il dolore e il fuoco, il fratello aveva subito un’altra disgrazia durante il tragitto: l’autista che si era fermato a soccorrerlo non l’aveva accompagnato direttamente in ospedale in città, ma verso un villaggio, da una guaritrice.
“Una guaritrice? Ma siete matti? E [...]

03 Nov

Cap. 2-2: Riesce finalmente a salutare Nidàl, Hayat e Nour

Nabil localizza suo padre in mezzo alla folla:
“Hi, Kifak? Ça va?”[1]
“Finalmente a casa…Ma perché hai questa faccia? Qualcosa non va?”
“Dobbiamo correre in ospedale… Tuo fratello si è ustionato”
“In ospedale? Ma si è ustionato così tanto da andare in ospedale? Dove? Quando? Come?”
Nabil non riceve nessuna risposta fino all’arrivo in ospedale.

24 Ott

Cap. 2-1 Beirut, un lembo di terra che si bagna nel Mar Mediterraneo, proteso verso l’orizzonte come alla ricerca di un futuro migliore.

“Quant’è facile farsi dei pregiudizi sulla gente.” pensa mentre consuma il menu riscaldato del volo, “mi vedevo emarginato, incompreso direi quasi rifiutato, invece sono stato aiutato! Quanti casi di razzismo e di terrorismo ci sono solo per semplici incomprensioni e mancanza di comunicazione?”